The Founder, Recensione

Siamo alla fine degli anni cinquanta, in pieno boom economico.

Un modesto venditore di frullatori da frappe entra ed esce da ristoranti cercando di promuovere il suo prodotto.

Ray kroc ci viene presentato così ,quasi come un fallito che insegue idee impossibili sperando di trovare quella giusta. Ascolta vinili con frasi motivazionali e ha negli occhi la voglia di dare alla sua vita un senso.

Un giorno questo frullatore invendibile viene richiesto in gran numero da San Bernardino, California ed è li che Kroc si imbatte nei fratelli Mcdonald. Conquistato dall'idea del servizio espresso di stampo fordista, Kroc ne vede le potenzialità e spinge per crearne una catena.
Da qui inizia un'odissea, una storia su quello che oltreoceano è un eroe americano.

La prima parte è coinvolgente: veniamo conquistati dalla storia dei due fratelli che ci viene mostrata in una bellissima sequenza di immagini e che ci dimostra il loro ingegno nel reinventarsi ogni volta.

La seconda parte invece si concentra sulla scalata al successo di Kroc, che entra in società con i fratelli per espandere la loro geniale idea.

Gli attori  sono in parte e  il film si regge su questo: Keaton nei panni di Ray Kroc da una performance esaltante rappresentando un uomo perfido ma al tempo stesso innocuo.
In lui si vede un cambiamento; più è vicino al successo, più si rivela per quello che è.

La regia però è anonima e a volte fastidiosa nei scambi di battute di alcuni dialoghi; dopo le bellissime introduzioni dei personaggi la mano del regista scompare.

Questa storia sul sogno americano continua senza stupire, ma neanche senza deludere con momenti divertenti che via via lasciano il posto all'ambizione pura.
Un racconto sul capitalismo, sul potere dei soldi, sulla forza di un nome, dove tutto rimane però solo accennato senza mai approfondire o arrivare ad un punto.

Nel finale il regista non prende posizione su quello che è diventato oggi il Mcdonald, su Ray Kroc e sul consumismo in generale, descrivendo tutto quasi in modo documentaristico.

Un film sgualcito, eccessivamente lungo che però si lascia guardare e che descrive la storia di questo ladro di idee, che attraverso la perseveranza e l'ingegno  è riuscito a costruire un impero commerciale.

Un venditore incapace che diventa un guru dell'imprenditoria.


Ray Kroc :
 "Gli affari sono la guerra. C'è competizione, vince il più forte. Io voglio il futuro. Voglio vincere."










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