Lilli e il Vagabondo, recensione



Nel 1955 usciva nelle sale cinematografiche il 15esimo Classico Disney, il primo film d’animazione girato in Cinemascope  “Lilly e il Vagabondo”, diretto da Hamilton Luske, Clyde Geronimi e Wilfred Jackson e distribuito dalla Buena Vista Distribution. A distanza di sessantacinque anni, il 24 Marzo 2020 sulla piattaforma digitale Disney+, la Walt Disney Pictures porta nuovamente sullo schermo il grande classico in una versione live action firmata dal regista Charlie Bean, nella cui versione originale figurano tra gli interpreti protagonisti Kiersey Clemons e Thomas Mann, e Tessa Thompson e Justin Théroux nel ruolo degli amatissimi Lilly e Biagio. 

La trama

Natale 1909. Da una scatola tonda, bianca e vestita di un fiocco rosa inconfondibile vediamo spuntare il tenero musetto del cocker spaniel che "Gianni caro" ha regalato al suo "Tesoro". Sebbene i loro veri nomi non vengano mai pronunciati, sono proprio loro i padroni della piccola Lilli, che notte dopo notte si fa spazio tra le soffici coperte e con la sua medaglietta a forma di cuore conquista quello di qualsiasi spettatore. Coccolata e viziata nella routine quotidiana, accudita, lavata e accuratamente spazzolata Lilli trascorre le sue giornate con i suoi due fedeli amici: il segugio Fido, che ormai anziano sembra non possedere più l'olfatto di un tempo, e la scottish terrier Jacqueline (detta Jock) soggetto degli stravaganti quadri della sua padrona. 


Nel giardino della proprietà Lilli incontra Biagio, un cane randagio, abituato a vivere lontano da tutti, giorno per giorno e imprevedibilmente. L'esistenza senza regole del vagabondo lo porta spesso a scontrarsi con l'agguerrito accalappiacani della cittadina, intenzionato a catturarlo una volta per tutte e a rinchiuderlo nel canile. Biagio non ama gli umani, non si fida di loro e rassegnatamente cerca di convincere Lilli dell'impossibilità di un rapporto profondo con questi, pronti ad abbandonarli all'arrivo di un bambino. 


La fiducia di Lilli nell'amore dei suoi padroni è smisurata, tanto da non credere alle parole di Biagio, che si allontana.  Tuttavia l'arrivo di Lulu, la figlia di Tesoro e Gianni Caro, inevitabilmente concentra sulla piccola  le attenzioni dei genitori, che trascurano Lilli. Le cose si complicano quando Sarah, la zia di "Tesoro" viene invitata a far visita alla piccola e a tener d'occhio Lilli durante l'uscita dei padroni. I suoi gatti siamesi, temuti e odiati da più di una generazione, mettono a soqquadro l'intera casa e la colpa ricade sulla piccola cocker spaniel che viene portata di corsa dalla zia nel negozio di animali e costretta a portare una museruola. Spaventata Lilli fugge via, e tra le vie di periferia incontra nuovamente Biagio, che le fa "assaporare" la libertà nell'iconica scena degli spaghetti. A legare i due, nonostante le loro visioni contrapposte, è la certezza che da qualche parte nel mondo esista un posto degno di essere chiamato "casa", che accolga e protegga. Alla fine della storia, e alla resa dei conti con se stesso, Biagio si arrende alla necessità di amare e di essere amato, e trova riparo tra le braccia accoglienti dei suoi nuovi padroni, rendendosi conto che essere liberi non vuol dire essere soli, e che amare significa abbandonarsi senza paura al calore di una "famiglia".

Lady and the Tramp, 1955 

La Walt Disney ci ricorda ancora una volta di quanto sia bello tornare bambini, di quanto sia indispensabile stringerci nei forti abbracci e respirare quell'atmosfera speciale che solo qualche tempo fa eravamo capaci di creare con poco. 


Dolce sognare lasciarsi cullar nell'incanto della notte le stelle d'or con il loro splendor sono gli occhi della notte...






Commenti

  1. Ci si sente proiettati nella sala cinematografica
    Grazie per i sentimenti che sei riuscita a descrivere nessuno
    Brava

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