Call me by your name, analisi del film

“Chiamami col tuo nome”, film del 2017 di Luca Guadagnino, costituisce la terza parte della cosiddetta “trilogia del desiderio” del regista, composta dai primi capitoli “Io sono l’amore” (2009) e “A bigger splash” (2015). Indubbiamente, in questo terzo film, si apprezza ancora di più la consapevolezza del mezzo e la fluidità di regia di cui si appropria Guadagnino, accompagnati da una messa in scena perfetta, un uso dei suoni e della natura affascinante, un’architettura visiva di corpi e immagini che spiazza nella sua meticolosità.

“Da qualche parte nel Nord Italia”, tra i colori e suoni di un'estate degli anni '80, si risveglia la sensualità primordiale del giovane Elio (Timothee Chalamet). Il nostro protagonista vive la sua iniziazione sessuale, una storia d’amore pregna di sensualità, sentimento e intimità, con l’americano Oliver; un vortice di intensità amorosa in cui si cambia per rimanere sé stessi. I due amano l'arte, la musica, il girovagare. Parlano lo stesso linguaggio, che è quello dell'arte. Si toccano, si sfiorano, si posseggono. Le loro identità diventano un tutt'uno, trovano la loro completezza nel rimanere sé stessi eppure cambiare. Il loro rapporto fa leva sulla conflittualità, su un continuo oscillare tra attrazione e respingimento, si costruisce attraverso i gesti e gli sguardi. In un tripudio di suoni, colori, e parole mai sprecate, Guadagnino mette in scena un percorso di elevazione del turbamento e delle inquietudini che caratterizzano la giovinezza del nostro protagonista: ascesa all'estasi del piacere e comprensione del distacco nella malinconia del ricordo.

Questo film sospeso nel suo svolgimento, in una bolla quasi senza tempo ne' spazio, innesta nello spettatore una riflessione sul tempo dell'emozione e dell'amore. La sensualità di Elio ed Oliver si dipana tra estati piene di noia e tempi dilatati; in un'epoca in cui non c'è l'istantaneità per sapere dov'è un'altra persona, si assaporano infatti l'attesa e il dopo, mancano gli strumenti che hanno reso il presente eternamente connesso. In questo “dopo”, “later”, ribadito continuamente da Oliver, si consuma l’attesa di quello che sarà, la bellezza di ogni impercettibile istante. La noia, il tempo a disposizione, diventano veicolo di incontro con l’altro, nel corpo e nella mente, o il dedicarsi ad altre passioni, per alimentare lo spirito. Il tempo vissuto dai due giovani è contemporaneamente breve e infinito, separa il prima dal dopo, lo ieri dall'oggi. Elio sta diventando grande, tramite il presente, le esperienze estive. Il suo presente è tempo di impercettibile profondità, infinito ma drammaticamente breve, destinato a diventare altro per rimanere sé stesso, passato perchè sia futuro. E anche l'essere umano deve cambiare per essere sé stesso: tutto questo vivrà Elio nell'estate dell'83.

Il film ci mostra una sessualità non incasellabile, fluida. Una sessualità tanto carnale, intrisa della corporalità di questi due giovani, quanto pregna di intimità emotiva, quasi esclusiva. Un amore che, forse, come suggerirà il padre di Elio, non capita a tutti. Fluidi sono però anche i corpi presentatici, spesso ricoperti d’acqua, a suggerirci come questi (come poi la vita stessa) siano come l'acqua, come fiumi che scorrono via. La macchina da presa lavora come uno scalpello, come Prassitele scolpiva i corpi, scolpendo i corpi e le emozioni. La fisicità dei corpi è palpabile: sono corpi vitali quelli di Guadagnino, destinati a deperire, che, però, possono provare a lasciare un qualcosa di sé tramite l’arte. E la corrispondenza uomo-natura e uomo-arte è fondamentale nella dialettica del film. 

L'arte ci viene infatti presentata come testimonianza lasciata dall’uomo, che porta con sé la pesantezza del tempo trascorso (vediamo libri consunti, ingialliti, pezzi di statue antiche che riemergono dall’acqua). Ma l’arte è anche nuova linfa per la natura, motivo di unione per Elio ed Oliver. La potenza lirica delle immagini, le atmosfere ricreate, i libri, la natura, la musica, i pensieri dei poeti e dei filosofi, sono specchio di un'interiorità fisica, corporea. L'arte diventa un vocabolario da cui attingere: che si parli di Bach, dell’etimologia di una parola, di filologia o architettura, poco importa. Cioè che è fondamentale, è che l'arte diventa un qualcosa che sta tra le persone, oltre che nelle persone. Fluido è anche l'ambiente in cui vive Elio, aristocratico di famiglia, ma anche nell'estetica e nell'anima. Fatica a trovare un'identità essendo figlio di tante culture contemporaneamente. C’è una fluidità di linguaggio, una commistione di diverse lingue parlate. Ritroviamo la rappresentazione di un'Italia popolana, domestica, casalinga, in cui il dialetto è simbolo del nucleo familiare.

Per stessa ammissione di Guadagnino, il film è un omaggio ai padri della sua vita, il suo vero padre e i suoi padri cinematografici: Renoir, Rivette, Rohmer, Bertolucci. Ancora una volta si innesta una continuità temporale tra passato e presente nel film; il cinema del passato si riflette nelle immagini del presente tramite la rielaborazione estetica e la rivisitazione delle forme. Il regista si apre a un cinema libero, coraggioso, fresco di modernità, che guarda al cinema della sua vita.

E proprio l'importanza dei padri, della dimensione familiare in cui i genitori trasmettono ai figli la conoscenza delle emozioni, è fortemente significativa qui: Il padre, in un monologo dalla sceneggiatura di ferro, educa il figlio alla comprensione di un amore che innesca un percorso interiore senza condurre ad una reciproca appartenenza: lo scambio del nome (“call me by your name and I’ll call you by mine”) è simbolo di una compenetrazione affettiva che però esclude il possesso geloso, la chiusura di un rapporto.

Con l’intenso primo piano di Elio accanto ai titoli di coda, Guadagnino ci restituisce in tempo reale una sentita e impattante elaborazione della separazione; ci troviamo di fronte a un Elio che, seguendo il consiglio del padre, non uccide il dolore ma lo vive in maniera totalizzante affinché possa aprirsi nuovamente alla vita, arricchito da un amore che resterà in lui per sempre.



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